IN FLAGRANTE - CHRIS KILLIP

IN FLAGRANTE - CHRIS KILLIP

project pusher

Seconda Guerra Mondiale, battaglia di El Alamein (Egitto).

 
il padre di Chris Killip viene colpito dal fuoco di una mitragliatrice italo-tedesca mentre cerca di aiutare un compagno gravemente ferito dopo l’attacco al loro carro armato. Per questo gesto assolutamente disinteressato ed eroico gli verrà conferita una medaglia al merito.
Purtroppo però l’uso della mano destra sarà limitato dagli effetti dell’incidente, facendogli perdere forza ed agilità.
Il suo precedente lavoro come “fitter” (installatore di varie componenti, uomo tuttofare) non è più un’opzione.
Al ritorno in Gran Bretagna, a Douglas sull’Isola di Man (Mare d’Irlanda), l’uomo decide di aprire un pub dal nome “The Highlander”.
Animato da un grande amore per quel lavoro e sorretto da una naturale quanto intrigante spontaneità ed amichevolezza,  continuerà a gestire il locale per tutta la sua vita. Senza però mai bere durante l’orario di apertura per non scontentare nessuno dei suoi clienti che gli offrivano continuamente pinte di birra o bicchieri di buon whisky irlandese. 
 

1982 Lynemouth 

1982, Lynemouth, cittadina costiera nel nord-est dell’Inghilterra non lontano da Newcastle: Chris Killip è seduto al banco di un pub in una fredda e piovosa giornata invernale, deluso e preoccupato dall’accoglienza che i residenti gli hanno sempre riservato da quando tempo prima ha provato a fotografare la raccolta di carbone sulla spiaggia.
 
L’atmosfera è tesa. Molti degli abitanti di quel luogo godono dei “benefits”, assegni di disoccupazione largamente impiegati dai governi di quel periodo per far fronte alla crisi economica seguita alla de-industrializzazione selvaggia.
 
La Gran Bretagna, soprattutto il nord-est dell’Inghilterra, sta drammaticamente cambiando faccia. E non solo per demerito di Margaret Thatcher, “The Iron Lady”. Il cancro politico è sistemico.

La gente di Lynemouth arrotonda i guadagni raccogliendo abusivamente carbone caduto in mare durante il trasporto dalla vicinissima miniera (dove molti lavoravano prima della crisi), per poi rivenderlo.

Li chiamano “seacoalers” ed utilizzano carri di legno trainati da cavalli (una visione “da epoca medievale” come la definirà Killip in seguito). Non potrebbero farlo, il rischio è che se scoperti perdano la disoccupazione.
 

I fotografi sono quindi, ovviamente, scomodi testimoni e nemici giurati.

 
Chris Killip è stato più volte minacciato, rincorso sulla spiaggia e scacciato.
Ma lui non si è mai arreso. Perché crede ciecamente nel valore e nell’onestà della sua ricerca. Non è pagato da nessuno e non ha contatti con le autorità pubbliche.
 

Quel che vuole è soltanto fotografare un mondo affascinante e misterioso destinato a scomparire, a perdersi.

 
Tutto questo però agli abitanti di Lynemouth non interessa.
 
Quel giorno d’inverno del 1982 Chris ha provato per l’ennesima volta a parlare con loro, a dargli la sua parola che non avrebbe mai messo in pericolo nessuno. Niente da fare. O se ne va o la prossima volta saranno guai seri.
 


Trevor

In quel momento entra Trevor, Trevor Critchlow.
 
Un membro di quella comunità. Un uomo possente e dall’aspetto composto e sicuro di sé. Uno di quegli uomini che incutono rispetto e timore a guardarli. Appena Trevor vede Chris gli si avvicina ed inizia a rivolgergli la parola, chiedendogli se si ricorda di lui.
 
Killip non ha la più pallida idea di chi sia quell’uomo ed inizia a temere seriamente per la sua incolumità… Ma l’altro non demorde ed alla fine il grande fotografo britannico si ricorda di averlo conosciuto in un’altra giornata di pioggia fuori dell’Appleby Horse Fair pub circa un anno prima.
Iniziano a bere insieme e così Chris racconta a Trevor la sua situazione.
 
Poco dopo, quell’uomo grande e grosso si alza in piedi e rivolgendosi con voce tonante a tutti i clienti dice:
 
“Il fotografo dall’Isola di Man domani mattina sarà con me in spiaggia dalle 8 di mattina per fotografare la raccolta del carbone. Qualcuno non è d’accordo?”
 
Silenzio totale. Chris Killip potrà finalmente aggiungere un altro tassello, fondamentale, alla sua opera di documentazione storica di un mondo in evoluzione. 

 
“Gordon (amico di Trevor)", Seacoal Beach, Lynemouth, UK, 1982,  © Chris Killip
 
 

Una documentazione dal basso. 

La narrazione delle quotidiane difficoltà (e delle piccole gioie) degli ultimi, dei dimenticati. Di tutti quelli lasciati indietro dalla feroce opera di pseudo-rinnovamento messa in atto dalla politica e dall’establishment britannico di quel periodo.
 
Le sue peregrinazioni fotografiche nel nord dell’Inghilterra post-industriale degli anni ’70 ed ’80 (quella degli scioperi dei minatori in lotta col governo, del degrado sociale, della privatizzazione di varie imprese pubbliche e, ironicamente, dell’entrata del regno nella Comunità Economica Europea) diventeranno “In Flagrante”, probabilmente uno dei più importanti libri di fotografia mai realizzati.
 
Chirurgicamente reportagistico ed, allo stesso tempo, profondamente simbolico nella sua rappresentazione d’una condizione umana condivisa da molte comunità di tutto il mondo mondo prima e dopo quel periodo.
 
Al suo interno decine di stupende e multilivello fotografie realizzate in un nitido e ricco bianco e nero. Un titolo quanto mai appropriato per descrivere la documentazione visuale di un delitto commesso dai governanti britannici contro il loro stesso popolo. Un delitto perfetto che grazie a Killip non verrà dimenticato.
 
Fedele narratore delle vite di ampie fasce della popolazione britannica e degli ambienti naturali ed artificiali che ne facevano da sfondo, le sue foto non hanno però mai seguito una precisa e precostituita agenda politica o intento sovversivo.
 
E proprio da qui traggono la loro straordinaria forza comunicativa, quasi lirica. Dall’essere oneste ed amorevoli atti di condivisione d’una realtà che toccava il fotografo stesso prima di ogni altro.
 
Uomo di umili ed orgogliose origini, Killip era e voleva essere parte integrante del mondo che fotografava. Non si tirò mai indietro. Ma non per oscuri fini teorici. Perché, semplicemente, così doveva essere. Proprio come fece suo padre nel deserto nord-africano.
 
Un paio di esempi, tutti parte di “In Flagrante”: quando decise di fotografare nel nord dell’Inghilterra all’inizio degli anni settanta (anche grazie ad una borsa di studio biennale del Northern Arts nel 1975) non solo vi si dedicò anima corpo fino al 1985, ma addirittura si trasferì direttamente a Newcastle per poi viverci oltre 15 anni (grazie anche ai buoni consigli di un certo Josef Koudelka…).
 
Fotografando minatori, costruttori di navi, industrie dismesse, edifici e strade desolate, comunità urbane, famiglie d’ogni genere, bambini, persone sole o gruppi di amici. Sempre con discrezione, sempre con sublime grazia.
 
Oppure l’aneddoto sul suo buon amico Trevor Critchlow, che fu l’epilogo di un costante ed imperterrito tentativo di entrare nel mondo di Lynemouth che andò avanti per sette anni. Sette anni per avere accesso a quella spiaggia!!! 
 
Un altro esempio ancora, la sua meravigliosamente dinamica ed accattivante documentazione della scena punk dei primi anni ottanta quando ogni sabato per vari mesi andò a ballare e fotografare il derelitto locale “The Station” a Gateshead, Newcastle.
 
Si mescolava con quei ragazzi senza mai fare finta di essere quel che non era. Come lui stesso ricorda con precisione ed autoironia ”Il locale era nell’ex dopolavoro di una vecchia stazione di polizia. Era molto economico, pagavi solo una sterlina per entrare.
 
Erano tutti tra i 18 e i 25 anni, quasi tutti senza lavoro. Io ne avevo 40. E indossavo sempre i soliti abiti casual portando la mia grossa macchina fotografica con il flash. Nessuno mi ha mai chiesto nulla. Devono aver pensato che fossi molto interessante oppure un vero idiota”.
 

“In Flagrante” e’ la lucida, poetica ed a volte straziante testimonianza d’amore di un grande fotografo per un mondo in trasformazione che sentiva totalmente suo e che conosceva come le proprie tasche. Un mondo per cui ha dato tutto se stesso.

 
“Great photographers need determination, not talent”
(C.K.)
 


🔎 Fonti

 
 
https://chriskillip.com/index.html (website dell’autore)

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